Finanza Blu: guida per consulenti alla sostenibilità degli oceani e del portafoglio
- Francesco Filacchioni
- 22 giu
- Tempo di lettura: 4 min

In un’epoca in cui sostenibilità e cambiamento climatico dominano l’agenda globale, la Finanza Blu rappresenta un’evoluzione concreta della finanza sostenibile, focalizzata sulla tutela e valorizzazione degli ecosistemi marini. È un ambito ancora giovane, ma in rapida crescita, che offre nuove opportunità d’investimento orientate alla salvaguardia dell’ambiente oceanico.
A differenza della finanza verde, che si concentra su iniziative legate alla transizione energetica (energie rinnovabili, efficienza energetica, riduzione delle emissioni), la Finanza Blu include tutti quei progetti e strumenti finanziari che contribuiscono alla salute degli oceani, mari e zone costiere.
La finanza sostenibile, in senso più ampio, racchiude sia la componente verde che quella blu, ma quest’ultima merita un focus specifico, data la crescente attenzione internazionale su tematiche come la pesca sostenibile, la biodiversità marina e la decarbonizzazione del trasporto marittimo.
La salute degli oceani è direttamente collegata alla salute della nostra economia. Senza oceani sani, non possiamo avere un pianeta sano.” – António Guterres, Segretario Generale ONU
Come identificare i veri investimenti "blu"
L’interesse crescente verso la Finanza Blu ha portato, come spesso accade, anche a fenomeni di blue-washing: ovvero il rischio che progetti si definiscano “blu” solo per attrarre investitori sensibili al tema ambientale, senza reali impatti positivi sull’ecosistema marino.
Per evitare questa trappola, i consulenti finanziari devono saper distinguere gli investimenti autenticamente “blue” da quelli solo apparentemente sostenibili. Alcuni strumenti utili:
Certificazioni ambientali specifiche, come il Marine Stewardship Council (MSC) per la pesca sostenibile.
L’adesione a standard ESG (Environmental, Social, Governance) che includano indicatori relativi alla salvaguardia marina.
La conformità ai Sustainable Blue Economy Finance Principles, sviluppati dall’UNEP FI (United Nations Environment Programme Finance Initiative), che guidano le istituzioni finanziarie verso investimenti responsabili nei settori marini e costieri.
👉 Esempio concreto: Un fondo che investe in tecnologie per il monitoraggio dei coralli, o in imbarcazioni a propulsione elettrica per la logistica costiera, può essere considerato coerente con i criteri di Finanza Blu. Al contrario, un’azienda che opera nel trasporto marittimo tradizionale senza piani di riduzione delle emissioni potrebbe presentare rischi di greenwashing.
Strumenti finanziari disponibili
Il panorama degli strumenti della Finanza Blu è in continua espansione. Per un consulente finanziario preparato, è fondamentale conoscere le principali opzioni oggi disponibili sul mercato:
Blue Bonds: sono obbligazioni emesse per finanziare progetti che hanno un impatto positivo sugli oceani. Il primo esempio risale al 2018, con il Blue Bond delle Seychelles, sostenuto dalla Banca Mondiale, che ha raccolto fondi per proteggere l’ecosistema marino locale. Questi strumenti stanno guadagnando terreno anche in Europa, specie in ambito pubblico-privato.
Fondi tematici ESG a focus oceanico: esistono fondi che selezionano aziende coinvolte in:
depurazione e trattamento delle acque marine,
protezione della biodiversità costiera,
innovazioni tecnologiche per la riduzione della plastica in mare.
ETF sulla sostenibilità oceanica: alcuni Exchange Traded Funds (ETF) tematici includono aziende che rispettano criteri ambientali legati agli ecosistemi marini. Sebbene siano ancora pochi, questi strumenti stanno crescendo in risposta alla domanda degli investitori istituzionali e retail.
💡Suggerimento operativo: affiancare queste soluzioni a un portafoglio ESG più ampio può aiutare i clienti a diversificare senza rinunciare all’impatto positivo.
Il ruolo del consulente: comunicare il valore ambientale
Nel proporre investimenti legati alla Finanza Blu, la comunicazione con il cliente gioca un ruolo fondamentale. Non si tratta solo di numeri, ma di valori. I consulenti devono saper spiegare come questi strumenti possano generare rendimento e allo stesso tempo contribuire a un bene comune globale: la salute dei mari.
🧭Come farlo in modo efficace?
Usare esempi concreti, come la riduzione dell’inquinamento marino o il supporto a comunità costiere sostenibili.
Evidenziare come questi investimenti si allineano a temi valoriali che sempre più clienti ritengono centrali: etica, futuro dei figli, impatto sociale.
Presentare metriche d’impatto accanto ai rendimenti economici. Ad esempio: "questo fondo ha contribuito alla rimozione di 300 tonnellate di plastica dall’Oceano Indiano".
Un cliente informato non cerca solo rendimento. Cerca coerenza. E in questo, il consulente può diventare un vero traduttore di sostenibilità in linguaggio finanziario.
Best practice e scenari futuri
L’Unione Europea sta già spingendo fortemente verso l’integrazione della Blue Economy nelle strategie di investimento. Il Green Deal Europeo prevede iniziative mirate per la tutela marina, e il Regolamento Tassonomia UE offre un quadro normativo per classificare le attività economiche sostenibili, inclusa la Finanza Blu.
Inoltre, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, in particolare il numero 14: “Vita sott’acqua”, rappresentano un riferimento strategico per imprese e investitori.
Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile." – SDG 14, ONU
Best practice:
Il BlueInvest della Commissione Europea supporta startup e PMI innovative legate alla Blue Economy.
Il fondo Ocean Fund di Credit Suisse ha raccolto capitali per investimenti in economia marina circolare e riduzione della plastica.
Diverse banche nordiche stanno includendo asset “blu” nei propri portafogli istituzionali, dimostrando una crescente fiducia nel settore.
📈 Scenario futuro: secondo OECD e World Bank, il valore economico dell'economia blu potrebbe raddoppiare entro il 2030, toccando i 3.000 miliardi di dollari. Per i consulenti, questo significa nuove opportunità, ma anche la responsabilità di guidare i clienti con consapevolezza in un settore in evoluzione.
Conclusione
La Finanza Blu non è una moda passeggera, ma una nuova frontiera dell’investimento sostenibile. Offre ai consulenti finanziari uno spazio ancora poco presidiato ma ricco di potenzialità, sia in termini di impatto ambientale sia di diversificazione dei portafogli.
Diventare esperti in questo ambito significa posizionarsi come professionisti attenti ai trend globali, in grado di rispondere a esigenze sempre più evolute e consapevoli.
Il mare unisce i paesi che separa.” – Alexander Pope
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